Calenda, Renzi reach deal on Azione-IV election tie-up –

(COLORnews) – ROMA, 11 AGO – L’ex ministro dell’Industria Carlo Calenda e l’ex premier Matteo Renzi hanno raggiunto giovedì un accordo per unire i loro due partiti centristi, Azione (Azione) e Italia Viva (IV), in un cosiddetto ‘terzo polo ‘ della politica italiana per le elezioni politiche del 25 settembre.

“Se riponete la vostra fiducia in questo terzo polo cercheremo di fermare la vittoria di destra e di sinistra sulla base dell’agenda del (premier uscente Mario) Draghi”, ha detto Calenda poco prima dell’annuncio ufficiale del patto.

Renzi ha postato un video in cui passa davanti a un calciatore che segna un gol dicendo che “gli assist servono anche in politica”.

Calenda ha anche previsto che gli ex alleati del Partito Democratico (PD) di centrosinistra e del Movimento populista 5 Stelle (M5S), che il mese scorso hanno avviato la spinta per far cadere Draghi, chiudendo la sua alleanza con il PD, sarebbero tornati insieme “due minuti dopo le elezioni”.

Calenda ha anche elogiato Giorgia Meloni, leader di estrema destra di Fratelli d’Italia (FdI), in procinto di diventare la prima donna italiana e il primo primo ministro post-fascista, per aver condannato il fascismo in un videomessaggio alla stampa estera mercoledì.

Il cosiddetto ‘terzo polo’, tra i blocchi contrapposti di centrodestra e centrosinistra, è attualmente al 4% circa, ma Calenda è ottimista sull’accaparrarsi voti del partito di centrodestra Forza Italia (FI) dell’ex premier Silvio Berlusconi , che ha un elettorato in qualche modo simile.

Calenda domenica ha tirato fuori un patto elettorale con il PD, che un tempo guidava Renzi, dopo che il PD ha collaborato con partiti di sinistra e liberali minori tra cui Sinistra italiana (SI) ed Europa verde (EV), spingendo Renzi a prendere il testimone per il potenziale terzo blocco della politica italiana.

“Siamo disposti ad entrare a far parte della squadra perché il Terzo Polo sarebbe la grande sorpresa delle elezioni e solo un terzo forte potrebbe chiedere (ex capo della Banca centrale europea) Draghi di rimanere nella carica di premier”, ha detto il IV capo, che è stato evitato dal suo ex partito, il PD e dal suo leader, l’ex premier che ha fatto cadere nel 2014, Enrico Letta.

Sia Calenda che Renzi stanno conducendo una campagna per continuare l’agenda riformista di Draghi, il cui governo di unità nazionale è stato rovesciato il mese scorso da una ribellione guidata dal M5S del suo predecessore alla presidenza, Giuseppe Conte.

Il M5S ha boicottato un voto chiave di fiducia su un decreto sul costo della vita presentato da Draghi, perché conteneva un nuovo termovalorizzatore a Roma che era un anatema per il gruppo di Conte, portando il mese scorso anche Fi e Lega di destra a tirare su Draghi.

Di conseguenza, anche la nascente collaborazione del M5S con il PD è stata naufragata, portando Letta a cercare altri potenziali candidati per il suo sedicente “campo ampio” del centrosinistra della politica italiana.

Renzi non è mai stato invitato a farne parte, ma Letta puntava sull’appello centrista di Calenda e ora lo ha accusato, nelle sue parole, di “consegnare il Paese a destra”.

Tuttavia, è ancora possibile un confronto post-elettorale tra il centrosinistra e il terzo polo, mentre è possibile anche uno con l’M5S.

IV è intorno al 3%, circa l’1% in più rispetto ad Azione ora che il gruppo di Calenda si è separato dall’ex alleato Più Europa (+E) dopo che quest’ultima ha deciso di restare fedele all’accordo elettorale con il PD.

Il terzo polo ha quindi circa il 5-6% dei voti, molto dietro al 23,4% del PD che sommato al 3,4% di SI ed EV porterebbe l’attuale alleanza di centrosinistra a poco meno del 30% delle intenzioni di voto, compresi i 2 in più %-plus dal nuovo gruppo Impegno Civico (IC) del ministro degli Esteri Luigi Di Maio, l’ultima scheggia del M5S un tempo potente.

Anche se il centrosinistra dovesse collaborare in quell’improbabile alleanza post-elettorale con il terzo polo centrista, o anche con il M5S, il loro punteggio combinato sarebbe comunque inferiore all’attuale conteggio dei sondaggi combinato dell’alleanza di centro destra avversaria di quasi il 45%.

Quell’alleanza, guidata da Meloni che ha beneficiato di essere l’unico grande leader del partito che si è opposto a Draghi, è destinata a prendere il potere il 25 settembre.

Nella coalizione c’è anche l’estrema destra leghista dell’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini, che attualmente è al 12,5% circa, seconda al 23,8% di FdI e rispetto all’8% attualmente di cui gode il tre volte ex premier e media FI del magnate Berlusconi.

La Salvini ha ripetuto martedì che la Meloni sarebbe premier se il suo partito ottenesse un voto in più della Lega, cosa che in questo momento sembra una certezza.

Il presidente Sergio Mattarella dovrebbe toccare il leader del blocco vincente come candidato premier. (COLORnews).

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