Condanna a morte per Robert Bowers, che ha ucciso 11 persone nella sinagoga di Pittsburg

Nello Shabbat del 27 ottobre 2018, un suprematista bianco ha fatto irruzione nella sinagoga Tree of Life a Pittsburgh, in Pennsylvania, e ha ucciso 11 anziani ebrei, provocando quello che è considerato l’attacco antisemita più mortale nella storia americana. Cinque anni dopo arrivò il verdetto: una giuria federale, composta da 12 giurati, pronunciò la condanna a morte per Robert Bowers, oggi 50enne.
Non si è scusato né ha espresso rammarico per quello che ha fatto, invece i suoi avvocati hanno cercato di sostenere che ha avuto un’infanzia difficile e traumatica, ha cercato di uccidersi da adolescente e soffriva di schizofrenia. Ma i giurati non si sono tirati indietro. Hanno confermato nuovamente i 63 conteggi penali per i quali è stato condannato cinque anni fa e hanno emesso il verdetto in meno di 10 ore di deliberazione.
Prima di commettere questo odioso massacro, ha annunciato sui suoi social media cosa stava per fare, come un manifesto: “Non posso stare seduto a guardare la mia gente che viene massacrata. Al diavolo l’ottica, io entro”. Andò in una delle comunità ebraiche più grandi e storiche degli Stati Uniti, mentre i membri di tre congregazioni si erano riuniti per il culto e lo studio dello Shabbat, con un fucile AR-15 e tre pistole. E poi ha aperto il fuoco. Oltre alle 11 persone che ha ucciso, ha ferito due fedeli e cinque agenti di polizia che hanno risposto.
Nonostante il possibile e inutile trauma che questo processo potrebbe comportare, la famiglia delle due vittime, Rose Mallinger, una 97enne uccisa nell’attacco, e Andrea Wedner, sua figlia, che è rimasta ferita, hanno rilasciato una dichiarazione per ringraziare il giuria.
“Anche se non raggiungeremo mai la conclusione della perdita della nostra amata Rose Mallinger, ora sentiamo che è stata servita una misura di giustizia”.