Esplorando Patrica in una gita di un giorno da Roma

Dante’s Peak in Ciociaria: Discovering Patrica and Monte Cacume.

L’anno 2021 è stato testimone di una raffica di eventi incentrati sul 700° anniversario della morte di Dante e un piccolo e poco appariscente paese della regione storica della Ciociaria a sud di Roma ha scelto di celebrare il proprio, piccolo legame con “il Sommo Poeta”.

Patrica riposa, in parte nascosta alla vista, su un colle che scende dolcemente dai margini orientali dei monti Lepini, a strapiombo sulla valle del Sacco e all’ombra del Monte Cacume. Questa cima conica, seppur di modesta altezza – la sua altitudine è di poco inferiore ai 1.100 metri – è visibile da lontano ed è coronata da una croce d’acciaio alta 14 metri posta lì nel 1903 dagli abitanti di Patrica in onore dell’anno giubilare del 1900 , avvenuta durante il pontificato di Leone XIII (una selezione di quadri esposti nella cappella sul monte documenta l’impegno degli abitanti del luogo).

Tuttavia, questa curiosa caratteristica non è il motivo principale per cui la montagna è insolita, del resto ci sono croci di ogni forma e dimensione sulla maggior parte delle cime appenniniche, ma piuttosto perché gli studiosi ritengono che Dante, che percorse la Ciociaria e menzioni altri luoghi della regione (come Anagni), cita questo specifico picco nei seguenti versetti del Purgatorio (IV, 25-27):

“Vassi in Sanleo e discendesi in Nolli;
montasi su in Bismantova e in Cacume con esso i piè;
ma qui convien che omo voli”.

In questi versi Dante paragona il ripido sentiero che percorse con Virgilio nel suo viaggio verso il Purgatorio – sentimento con cui ogni escursionista dilettante può entrare in empatia – con la difficile ascesa in quattro località distinte, tra le quali elenca il Monte Cacume.

Dante visitò la Ciociaria almeno in due occasioni, nel 1294 e nel 1301 quando faceva parte di una delegazione fiorentina che rendeva omaggio a papa Celestino V (il papa del Grande Rifiuto) e a papa Bonifacio VIII (il papa degli Anagni Schiaffo) ed è probabile che la cima della montagna abbia lasciato un’impressione sul poeta.

Gli escursionisti possono raggiungere la vetta del Monte Cacume, coronata da una croce d’acciaio alta 14 m. Tutte le foto Jan Claus Di Blasio.

Dante però non avrebbe trovato il sentiero segnato di oggi così impegnativo in quanto è un sentiero di media difficoltà che parte da Patrica e si percorre in tre ore. Gli escursionisti più ambiziosi possono seguire molti altri sentieri che portano più in profondità nei monti Lepini (purtroppo non ancora un’area protetta) e sono descritti nella recente guida in lingua italiana di Stefano Milani, Monti Lepini. Guida Escursionistica.

Se invece vi ritrovate senza fiato – dopotutto c’è un dislivello da affrontare di quasi 700 metri – potete salvarvi la faccia soffermandovi davanti alle tante statue in acciaio resistente agli agenti atmosferici che costellano il sentiero. Ogni statua, realizzata dall’artista locale Cesare Pigliacelli e installata da volontari dell’associazione locale L’Orchidea di Patrica, rappresenta il personaggio descritto nel Purgatorio – sebbene le sue punizioni non siano così eccitanti come quelle riservate agli abitanti dell’Inferno – insieme ai versi che accompagnare la storia di quel personaggio.

Salendo oltre le diverse terrazze del Purgatorio, lasciandosi alle spalle grandi nomi come Manfredi di Svevia o Barbarossa, ci si ritrova, simbolicamente, più vicini al Paradiso e giunti in vetta, con panorami che arrivano fino all’arcipelago pontino, culmine è il fatidico incontro che segna il prossimo viaggio di Dante: potrete scoprire chi è per voi stessi!

Gli escursionisti possono raggiungere la vetta del Monte Cacume, coronata da una croce d’acciaio alta 14 m.

La montagna ha una curiosa storia geologica; si tratta in parte di un klippe, residuo isolato di un più antico strato carbonatico posto, a seguito di movimenti tettonici, al di sopra di strati argillosi impermeabili più recenti. Per questo sono tante le sorgenti lungo il sentiero scarsamente segnalato che circumambula la vetta che richiede altri 30-40 minuti e perché la zona è un vero e proprio scrigno botanico con decine di specie di orchidee selvatiche (visita a maggio e inizio giugno e sarai ricompensato con uno scrigno di fiori di campo).

Inoltre, tieni d’occhio le sparse rovine del monastero benedettino medievale e l’insediamento fortificato noto come Castrum Cacuminis che un tempo sorgeva sulla montagna: una posizione apparentemente inespugnabile.

Se pianifichi la tua escursione al mattino presto o nel primo pomeriggio, dovresti includere un pasto leggero nell’unico ristorante del centro storico, il piccolo e delizioso Comedia Bistrot (prenotare in anticipo), o fare una sosta alla pasticceria locale Ricordi Lievitati.

È inoltre fortemente consigliato esplorare il centro storico: cercate di individuare i misteriosi simboli che compaiono sulle chiavi di volta di alcuni portali in pietra e osservate, con discrezione, le insolite figure che decorano l’appartato Giardino all’Italiana del cinquecentesco Palazzo Spezza, denominato da una nobile famiglia di origine spagnola che ne è proprietaria dal 18° secolo.

Di Jan Claus Di Blasio

COME ARRIVARE A PATRICA

Patrica si raggiunge meglio in auto dall’uscita Ferentino dell’autostrada A1, tuttavia ci sono collegamenti autobus Cotral limitati dalla stazione ferroviaria di Frosinone per chi non è munito di auto.

Consiglio fotografico: il miglior punto di osservazione sul paese di Patrica si trova presso la statua di Belacqua, personaggio minore della Divina Commedia punito per la sua indolenza e pigrizia!

Questo articolo è stato pubblicato sul numero di luglio-agosto 2022 della rivista Wanted in Rome.

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