Guida all’Isola del Giglio: giglio delle isole toscane

I turisti si recano nell’isola toscana del Giglio per la sua tranquillità e bellezza naturale.

La leggenda narra che quando la Venere del Tirreno emerse dalle profondità del mare, dalla sua tiara caddero sette pietre preziose che si trasformarono nelle sette isole dell’arcipelago toscano: Gorgona, Capraia, Elba, Pianosa, Montecristo, Giglio e Giannutri.

Dov’è l’Isola del Giglio

Incastonato vicino all’estremità meridionale di questo gruppo di isole, tra la Corsica e la Toscana, si trova il gioiello Giglio, che significa “giglio” in italiano, anche se si ritiene che il nome dell’isola derivi dalla parola greca “capra”, cioè il isola delle capre.

Storia

Le prime tracce di vita umana sull’isola risalgono all’età della pietra. Per la sua posizione strategica e per i suoi magnifici paesaggi fu da allora molto richiesta, dagli Etruschi ai Romani fino ai Medici.

Soffrì molto le incursioni dei Saraceni; il peggiore di questi assalti ebbe luogo nel 1534, quando la maggior parte degli isolani furono presi come schiavi dal famigerato pirata algerino Barbarossa. L’ultimo attacco dei pirati ebbe luogo appena 208 anni fa.

In questi giorni l’isola accoglie volentieri l’invasione, un po’ meno traumatica, dei turisti che arrivano in traghetto da Porto S. Stefano, a un’ora di distanza. Il Giglio dista solo 190 km da Romae la sua vicinanza la rende una meta molto apprezzata per i fine settimana di vela e immersioni.

Flora e fauna

Foto: Hawkee/Shutterstock.com

Composto quasi completamente da granito, il terreno accidentato dell’isola la rende disabitata per il 90%. Sono 28 kmla costa praticamente impenetrabile è famosa per la spettacolare serie di insenature nascoste e ripide scogliere affollate da un’abbondanza di uccelli marini nidificanti.

Vengono organizzate regolarmente escursioni in barca e i turisti più fortunati a volte vedono i delfini che abbelliscono le acque. Il Giglio sorge a circa 500 m nel suo punto più alto e nelle giornate limpide offre alcuni dei panorami più mozzafiato del Mediterraneo.

Il rispetto per l’ambiente è oggi tale che vigono rigide restrizioni riguardo all’inquinamento acustico e al campeggio; è vietata la raccolta di rocce e il danneggiamento della ricca varietà di specie floreali.

Santo Patrono del Giglio

Photo: Paolo Grassi / Shutterstock.com

Interessante è la leggenda del santo patrono dell’arcipelago toscano. Vescovo siciliano, Mamiliano, arrivò qui come eremita nel V secolo e, dopo aver ucciso il drago residente a Montecristo, attirò presto un enorme seguito. Tale era infatti la sua popolarità che alla sua morte sorse una disputa tra pescatori dell’Elba, del Giglio e perfino di Genova per le sue spoglie.

Alla fine fu raggiunto un compromesso e divisero il santo in tre. Ancora oggi i gigliesi sono protetti dal braccio di S. Mamiliano e celebrano ogni giorno la sua festa 15 settembre.

La popolazione del Giglio

Foto: Ana del Castillo / Shutterstock.com

I tre villaggi dell’isola sono ciascuno notevolmente diverso e insieme ospitano circa 1.600 persone. Il suo centro commerciale e unica porta verso il mondo esterno, Giglio Porto, fu costruito dai romani. I visitatori vengono accolti con un benvenuto colorato; il porto riparato del villaggio è gremito di barche, mentre immediatamente di fronte si trova una collina terrazzata di case. Tra questi c’è Albergo Bahamasun’azienda a conduzione familiare e parte della vivace, ma contenuta, industria turistica dell’isola.

Fondato negli anni ’60, è l’unico hotel aperto tutto l’anno e ogni anno varcano le sue porte quasi 4.000 ospiti (per lo più italiani). Il proprietario Paolo Fanciulli ha vissuto in hotel tutta la sua vita e descrive l’isola come serena, gli isolani come gente pacifica e il mare come sacro. Offre anche uno spaccato curioso della vita locale: gli adolescenti, accompagnati dalle madri, si trasferiscono sulla terraferma per nove mesi all’anno. Lì frequentano la scuola secondaria e ritornano solo nei fine settimana e durante le vacanze scolastiche.

Vicino alla vetta c’è Castello, raggiungibile attraverso un ripido sentiero tra i vigneti. Sostanzialmente immutato rispetto al Medioevo, è caratterizzato da fortificazioni e da un vero e proprio labirinto di tortuosi corridoi. Qui si percepisce uno stile di vita rilassato e l’assenza di segreti; il bucato è un affare pubblico e anche i cani camminano lentamente. Passeggiare per le viuzze, con i residenti seduti fuori, è come passeggiare nel salotto collettivo di un villaggio.

Le Spiagge del Giglio

Sulla costa occidentale si trova la principale meta turistica del Giglio, Campese. Affiancato da una spiaggia sabbiosa e da una baia idilliaca, da qui è una gioia guardare il sole tramontare sulla vicina Montecristo, fonte d’ispirazione per il romanzo di Alexandre Dumas, Il conte di Montecristo. Dal 1970 è riserva naturale e la visita è possibile solo con permesso.

Allo stesso modo, l’isola di Pianosa è un habitat naturale protetto, anche se non è più selvaggio come un tempo; fino a dieci anni fa era un carcere di massima sicurezza dove venivano rinchiusi mafiosi particolarmente pericolosi. foto: trotalo / Shutterstock.com

La birra locale, un vino forte chiamato Ansonico, è molto apprezzata sia dagli isolani che dagli stranieri. Uno di questi estimatori è l’imprenditore romano Gino Bottigliero, assiduo frequentatore del Giglio da quasi 30 anni.

Citando il mare cristallino come motivo principale del suo ritorno (oltre al vino Ansonico e ai tanti piatti di pesce disponibili), Bottigliero sostiene che l’isola è ancora incontaminata, anche se c’è un po’ più traffico sia su strada che sul mare, e consiglia contro il portare un’auto. Tutti e tre i paesi del Giglio sono ben serviti dagli autobus. Oltre alla bellezza naturale, i buoni e sobri ristoranti dell’isola, senza musica ad alto volume sul lungomare, offrono l’ambiente perfetto per una pausa rilassante lontano da tutto.

Di Andy Devane

Questo articolo è stato pubblicato nel numero di luglio 2005 di Ricercati a Roma, prima del fatale naufragio del 13 gennaio 2012 in cui morirono 32 persone.

Traghetti Giglio

I traghetti partono da Porto S. Stefano (Grosseto).

Per gli orari consultare il sito web.

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