I dipendenti del Vaticano allarmati dai tagli e dalle politiche di esternalizzazione – Notizie Generali
Un gruppo che rappresenta i dipendenti della Santa Sede, l'Associazione dei dipendenti laici del Vaticano (ADLV), ha pubblicato un documento in cui esprime preoccupazione per una serie di tagli e politiche di esternalizzazione che, a suo dire, compromettono la loro stabilità e il senso di lavoro per un'istituzione del genere.
Il documento cita tagli alla spesa del personale che non hanno portato “un miglioramento radicale della situazione finanziaria della Santa Sede” e “misure restrittive”, tra cui il congelamento delle promozioni, delle nuove assunzioni e degli straordinari.
Ci si chiedeva cosa aspettarsi da una “riforma salariale annunciata” e se le pensioni ne sarebbero state influenzate.
Nel frattempo, il documento denuncia che solo “alcuni” vengono promossi in “azioni che incidono sui bilanci e non sempre avvengono secondo principi di meritocrazia”.
Un altro tema controverso citato nel documento è la politica di esternalizzazione e privatizzazione delle risorse, “un cambiamento radicale” che trasformerebbe una “piccola comunità ispirata ai valori del Vangelo in un'impresa”, secondo il documento.
Nel documento si citavano come esempi il patrimonio immobiliare del Vaticano controllato da “agenzie immobiliari italiane”, investimenti gestiti “per lo più da società americane” e perfino il supermercato vaticano Annona “che presto sarà gestito da un noto marchio italiano”.
L'associazione si è chiesta perché non vengano valorizzate “risorse interne” “sempre più demotivate e confuse”.
“Il malcontento cresce senza pietà”, conclude il documento.
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