Le proteste fuori dal consolato israeliano portano ad arresti collegati al DNC a Chicago

Una notte di intense proteste fuori dal consolato israeliano a Chicago durante la Democratic National Convention ha visto molteplici scontri tra dimostranti e polizia, che hanno portato all'arresto di almeno 72 persone. La protesta, iniziata pacificamente, è rapidamente degenerata quando i dimostranti si sono scontrati con gli ufficiali che avevano formato una barricata per impedire loro di marciare.

I manifestanti, molti dei quali vestiti di nero e con il volto coperto, si sono riuniti per esprimere la loro opposizione al sostegno degli Stati Uniti a Israele, scandendo slogan come “Rivoluzione Intifada” e “Bruciatela”. Mentre le tensioni aumentavano, alcuni dimostranti hanno dato fuoco a una bandiera americana.

Il sovrintendente della polizia di Chicago Larry Snelling ha difeso la risposta della polizia, che ha incluso ufficiali in tenuta antisommossa e l'uso del “kettling”, una tattica controversa che consiste nel radunare i dimostranti in un'area ristretta. Snelling ha affermato che i dimostranti “si sono presentati qui per commettere atti di violenza” e ha elogiato la moderazione mostrata dai suoi ufficiali, affermando: “Volevano il caos”.

Tuttavia, la National Lawyers Guild, che aveva osservatori legali sulla scena, ha criticato la gestione della situazione da parte della polizia. “La risposta repressiva della polizia a una protesta di solidarietà con la Palestina presso il consolato israeliano sembrava pianificata e progettata per soffocare la libera espressione durante la Democratic National Convention”, ha affermato Ben Meyer della Guild.

Le proteste hanno suscitato notevole preoccupazione nella comunità ebraica di Chicago, in particolare a causa dell'uso di una retorica che alcuni considerano un incitamento alla violenza. Mentre la convention prosegue, le tensioni rimangono alte, con altre proteste previste nei prossimi giorni.

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