Meta sfida il regolamento Big Tech dell’UE su Messanger e Markeplace

Meta fa appello alla designazione della sua piattaforma di messaggistica istantanea Messenger e del servizio di intermediazione Marketplace che li renderebbe soggetti al rigido regime europeo di regole ex ante.
Secondo il Digital Markets Act, le aziende tecnologiche che hanno acquisito una posizione così dominante in una parte dell’economia di Internet da diventare “guardiani” tra le imprese e gli utenti finali dovranno seguire un rigido regime di cose da fare e da non fare che inizieranno a farsi sentire nel marzo 2024.
A settembre, la Commissione europea ha designato sei guardiani per 22 “servizi principali della piattaforma”, che vanno dai social media come TikTok di ByteDance ai browser come Chrome di Google passando per sistemi operativi come Windows di Microsoft.
Le società interessate hanno tempo fino a mercoledì (16 novembre) per presentare ricorso contro la designazione davanti al Tribunale dell’UE. Secondo Bloomberg, Apple intende contestare la designazione dell’App Store, mentre Reuters ha riferito che Google e Microsoft non intendono ricorrere in appello.
“Questo appello chiede chiarimenti su specifici punti di diritto riguardanti le designazioni di Messenger e Marketplace ai sensi del DMA”, ha detto a Euractiv il responsabile delle comunicazioni politiche di Meta, Matthew Pollard.
“Ciò non altera né sminuisce il nostro fermo impegno a rispettare la DMA e continueremo a lavorare in modo costruttivo con la Commissione Europea per prepararci alla conformità”.
Secondo Meta, Marketplace è un prodotto consumer-to-consumer, come dimostra il fatto che esiste un limite prestabilito al numero di articoli che un singolo utente può elencare. Di conseguenza, questo servizio non costituirebbe un gateway per le aziende per raggiungere gli utenti finali.
Per quanto riguarda Messenger, l’azienda sostiene che si tratta semplicemente della funzione chat di Facebook, il che la rende una funzionalità del social network già designata come servizio principale della piattaforma.
In altre parole, Meta sostiene che solo perché Messenger viene fornito come app separata da Facebook non significa che sia un servizio separato. Inoltre, la società di Mark Zuckerberg ritiene che ci sia stata una disparità nel trattamento dell’iMessage di Apple.
La Commissione Europea sta conducendo un’indagine di mercato per valutare se iMessage soddisfa la soglia per qualificarsi come servizio di piattaforma principale. Google e i maggiori operatori di telecomunicazioni europei hanno già richiesto tale designazione, mentre Meta ha preferito non aderire a questa iniziativa.
È importante sottolineare che la designazione delle app di messaggistica istantanea comporta l’obbligo di rendere il servizio interoperabile con altri su richiesta.
Secondo un funzionario di Meta, la società ha solo “preoccupazioni molto mirate e specifiche”, in particolare su Messenger e Marketplace, e ritiene che ci sia stato un malinteso su come funzionano questi servizi.
La società sembra rassicurante sul fatto che sta compiendo sforzi considerevoli per rispettare gli obblighi del Digital Markets Act e ha colloqui costruttivi con l’esecutivo dell’UE sui loro piani di conformità.
La Commissione Europea ha rifiutato la richiesta di commento di Euractiv.